Alberto Aime, scomparso improvvisamente ieri a Cagliari, rappresentava un pezzo importante della storia del giornalismo sardo. Aveva compiuto 86 anni due mesi fa e aveva dedicato al giornalismo buona parte della sua esistenza. Entrato giovanissimo all’Unione Sarda come correttore di bozze e poi, con tenacia ed intelligenza, nel 1959 era approdato alla redazione, prima come collaboratore della cronaca giudiziaria e poi come redattore. Giornalista professionista dal 1961, era un cronista di razza e nella cronaca si è svolta gran parte della sua carriera che lo ha portato al ruolo di redattore capo del giornale.
Il suo carattere colloquiale e pacato, da gentiluomo d’altri tempi, l’equilibrio e il rigore professionale gli avevano procurato la stima, l’amicizia e anche l’affetto di molti colleghi, anche al fuori dalla sua redazione.
Laureato in giurisprudenza, era stato presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna per 15 anni (dal 1976 al 1991). Erano anni di notevole incremento della popolazione giornalistica, anche per la comparsa delle radio televisioni private. Alberto Aime affrontò i problemi sempre pensando alla crescita dei colleghi e della professione. Era in pensione dal mese di febbraio del 1989.
Legatissimo alla sua famiglia e alla sua città, è stato un appassionato cultore della storia cagliaritana descrivendola per L’Unione Sarda e in altre pubblicazioni. Curò inoltre il volume “Rari Nantes Cagliari 1909-2009” pubblicato in occasione del centenario della gloriosa società sportiva.
Ha contagiato la sua passione per il giornalismo a una delle sue figlie, Cristiana, capo servizio nella redazione della Sede Rai per la Sardegna. Alla moglie Luisella, a Cristiana e a tutti i familiari giungano le più sentite condoglianze dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna.