Il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, sarà a Cagliari giovedì 23 giugno prossimo per un incontro con i giornalisti sardi. Alle ore 15.00, presso il Caesar’s Hotel, in via Darwin 23, si svolgerà un’assemblea degli iscritti all’Ordine dei giornalisti della Sardgna che avrà anche il valore di evento formativo. Il titolo è Professione giornalistica. Le regole deontologiche nella società che cambia. I partecipanti avranno diritto a cinque crediti formativi.
La presenza del presidente nazionale dell’Ordine sarà l’occasione per approfondire i temi legati alla deontologia professionale, con le sue regole di fondo e con le modifiche che si rendono necessarie per adeguarla alla cultura sociale nella quale il giornalista opera.
Il Consiglio nazionale ha costituito, al riguardo, due gruppi di lavoro per approfondire le tematiche inerenti la deontologia professionale e le nuove dimensioni in cui operano i giornalisti degli uffici stampa e comunicazone. Saranno presentate al presidente Bartoli le proposte scaturite da alcuni incontri formativi svoltisi in Sardegna sul trattamento giornalistico di temi particolarmnete delicati.
Dopo l’introduzione del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, Francesco Birocchi e prima dell’intervento del presidente nazionale Carlo Bartoli, interverranno Celestino Tabasso, presidente dell’Associazione della stampa sarda, sui temi del lavoro giornalistico e il prof. Robert Beveridge, esperto di organizzazione giornalistica in Gran Bretagna, le cui osservazioni consentiranno di allargare l’orizzonte del corso alla situazione esistente nel Paese d’oltremanica dove il dibattito sulla deontologia è sempe stato particolarmente vivo ed interessante. L’evoluzione sociale impone anche in Italia una seria analisi dei principi (contenuti in sintesi nell’art.2 della legge istitutiva dell’Ordine), delle nome che costituiscono il codice deontologico e delle procedure per garantire da parte dei giornalisti il rispetto delle regole, mantenendo intatti i requisiti di garanzia nei procedimenti e, naturalmente, la libertà di informazione e di critica.