Sono passati quasi cinquant’anni da quando Riccardo Devoto, figlio quindicenne di un importante commerciante nuorese riuscì a sfuggire ai banditi che lo avevano sequestrato. Fu uno dei casi più clamorosi di una stagione tragica di rapimenti a scopo di estorsione, con effetti sociali ed economici (oltre a quelli psicologici sulle vittime e i loro familiari) che perdurano ancora oggi. Riccardo Devoto ha deciso di raccontare la sua terribile esperienza ed il clima di quegli anni (nei quali anche un altro componente della sua famiglia venne sequestrato).
Il suo racconto sarà il filo conduttore di un incontro organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna dal titolo “Gli anni del buio. I sequestri di persona oltre la cronaca. Una ferita sempre aperta”, che si svolgerà venerdì 5 aprile prossimo alle 18 a Cagliari, presso la sala Giorgio Pisano”, nella sede dell’Unione Sarda, in piazza Unione Sarda.
Una storia che ha fatto emergere nuovi particolari poco noti, come l’atteggiamento vessatorio delle banche e dello Stato nei confronti delle famiglie dei sequestrati, con la richiesta di pagamento delle imposte anche sulle somme versate ai banditi per la liberazione dell’ostaggio.
Oltre a Riccardo Devoto, interverranno Michele Tatti, giornalista dell’Unione Sarda di Nuoro, autore del libro dal titolo “Prigioniero del mio nome, cronistoria di un doppio sequestro di persona”, don Francesco Mariani, sociologo, Salvatore Favarolo, ex comandante provinciale dei carabinieri di Nuoro, e Francesco Birocchi, presidente dell’ordine dei giornalisti della Sardegna. Ai giornalisti partecipanti verranno assegnati cinque crediti formativi.