Formazione, a Cagliari il 6 giugno il corso dal titolo “Stereotipo e pregiudizio: il racconto giornalistico della violenza alle donne”

GIOVEDì 6 GIUGNO, ORE 14.00 – 18.00

Sala Convegni EXMA, Via San Lucifero 71 CAGLIARI

 

STEREOTIPO E PREGIUDIZIO: IL RACCONTO GIORNALISTICO DELLA VIOLENZA ALLE DONNE

A cura di: Osservatorio STEP, Ricerca e informazione e GIULIA giornaliste

In questo primo semestre del 2024 si è registrato un incremento di femminicidi: il racconto mediatico, spesso, continua a ricercare un alibi e a essere giustificativo di questi crimini. Il quotidiano monitoraggio dei media su testi e immagini, che l’Osservatorio nazionale compie, permette di evidenziare alcuni elementi per un piano narrativo corretto: l’Osservatorio mette in luce come non sia più accettabile ridistribuire la responsabilità tra vittime e carnefici, attenuando le responsabilità del femminicida anche quando la premeditazione è palese.

I media hanno una grande responsabilità sociale nel prevenire e contrastare la violenza, come previsto dalla Convenzione di Istanbul, una funzione educativa che si esprime attraverso una corretta informazione. Giornaliste e giornalisti nell’esercizio della loro funzione non devono sostituirsi ad avvocati e magistrati, non devono indugiare sugli stati d’animo del carnefice, ma devono proporre un racconto rispettoso delle donne – vittime che pagano la volontà di libertà, di scelta e di autodeterminazione con la vita.

Il corso di formazione “Stereotipo e pregiudizio: il racconto giornalistico della violenza alle donne” che si terrà giovedì 6 giugno a Cagliari, all’EXMA nella Sala Convegni, in via San Lucifero 71, dalle 14.00 alle 18.00, farà il punto sul lavoro svolto dall’“Osservatorio Step-Ricerca e Informazione”, battezzato nella capitale lo scorso 26 ottobre, un asse tra l’università e il giornalismo, presieduto dalla professoressa Flaminia Saccà, docente presso la Sapienza di Roma, composto dalle rappresentanti delle CPO (Comitato di Pari Opportunità) di FNSI, ODG, USIGRAI e dall’Associazione GIULIA Giornaliste, che ha l‘obiettivo di monitorare la rappresentazione sociale della violenza di genere nei media. Sarà anche un’importante occasione per trattare con particolare riguardo gli aspetti deontologici relativi all’uso del linguaggio (art. 5 bis del Testo Unico dei doveri dei giornalisti), alla corretta rappresentazione delle minori e il rispetto del “Manifesto di Venezia: per una corretta informazione contro la violenza sulle donne”.

Alle giornaliste e ai giornalisti sono riconosciuti 6 crediti formativi deontologici.

Il corso di formazione è a cura di Osservatorio STEP, Ricerca e informazione e GIULIA giornaliste, in collaborazione con Ordine dei Giornalisti della Sardegna, Associazione Stampa Sardegna, Dip. di Psicologia dei Progetti di Sviluppo e Socializzazione (Sapienza-Università di Roma).

 

Modera Antonella Loi, CPO FNSI

 Intervengono in apertura:

Francesco Birocchi, Presidente OdG Sardegna
Susi Ronchi, Coordinatrice Giulia giornaliste Sardegna
Flaminia Saccà, Presidente Osservatorio STEP

           

INTERVENTI

Flaminia Saccà, Sapienza Università di Roma, Presidente dell’Osservatorio STEP: Il progetto e l’Osservatorio STEP. Tre volte vittima. La rappresentazione sociale della violenza alle donne.
Serena Bersani, Presidente GIULIA: Ma l’amore no. La narrazione del femminicidio tra cronaca e deontologia.
Mara Pedrabissi, Presidente CPO FNSI: Non sono ‘solo’ parole: il linguaggio giornalistico dal Manifesto di Venezia a oggi.
Silvia Garambois, Cabina di regia Osservatorio STEP, già Presidente GIULIA: Molestie all’origine della violenza.
Simonetta Selloni, Presidente Associazione Stampa Sardegna: ”Un gigante buono, l’ha uccisa per troppo amore“. La violenza di genere e le parole sbagliate per raccontarla.
Rosalba Belmonte, Università della Tuscia, Ricercatrice, Osservatorio STEP: Retoriche e cattive pratiche nel racconto della violenza.
Fabio Mostaccio e Valentina Raffa, Università degli Studi di Messina: Decostruire il racconto sulla violenza di genere. Prospettive, rappresentazioni e pratiche dei centri antiviolenza e antidiscriminazione.